lunedì 28 febbraio 2011

Poesia immaginale per la scuola: prime idee

Giovedì 24 febbraio Stefania, Mario ed io abbiamo pensato di iniziare a raccogliere un po' di idee per un progetto di lettura immaginale di poesie, da proporre alle scuole secondarie di primo e secondo grado, nel prossimo anno scolastico, 2011-12.

L'idea è di proporre la lettura immaginale su poesie già nel programma scolastico, pensando in questo modo di evidenziare ancora meglio la differenza rispetto agli altri tipi di approccio. Da informatico, ho proposto di contemplare la possibilità di un utilizzo di tecnologie multimediali, come le LIM (Lavagne Interattive Multimediali), come ausilio alla lettura immaginale.

La prima tappa di questa nuova idea-progetto, che è aperta al contributi di tutte le persone interessate, è la selezione di un primo nucleo di poesie su cui lavorare. La scelta è stata lasciata in questa fase a Stefania e Mario, "esperti del campo".

Il prossimo appuntamento per questo progetto è venerdì 11 marzo alle 17. Ci vedremo presso la Libreria Puerto De Libros, in via Pollaiuolo 5.

Si prega chi fosse interessato a farcelo sapere via email o con un commento a questo post.

Week-end immaginale: una proposta

Giovedì 24 febbraio ci siamo trovati in tre soltanto (Stefania, Mario e il sottoscritto) per l'incontro mensile di letteratura immaginale. Alla fine è arrivata Viola per salutarci.

Essendo in pochi per un giro di lettura immaginale, ne abbiamo approfittato per discutere questioni di fondo sul futuro del nostro gruppo. In particolare non abbiamo potuto fate a meno di constatare la difficoltà a vederci con continuità e a dare ai nostri incontri una durata sufficiente a completare una lettura immaginale. Del resto Milano è una città esigente e complicata, tutti noi siamo molto impegnati tra lavoro, famiglia, e altre passioni. Inoltre abitiamo lontani gli uni dagli altri, è difficile trovare un luogo d'incontro ideale e qualcuno di noi deve fare dei veri e propri viaggi.

Da queste considerazioni è nata un'idea per i prossimi incontri: la proposta di un week-end immaginale, fuori porta, al lago, ai monti o, perché no, al mare, un week-end in cui possiamo trovare uno spazio più ameno e accogliente per una lettura immaginale che possa essere completa. Un week-end aperto anche a coniugi, fidanzati, amici, alcuni dei quali potrebbero farsi coinvolgere nella lettura immaginale. Un week-end aperto a degustazioni e gite immaginali, all'insegna dell'unire il dilettevole al dilettevole...

Che ne pensate?

martedì 22 febbraio 2011

due o tre cose su "La caccia al cinghiale"

Vorrei prendere spunto dall'intervento di Fabio Botto nel finale del suo testo, quando parla dell'immaginale. Il racconto "Caccia al cinghiale", nella sua brevità si offre come un pre-testo per seminare indizi e raccogliere immagini, al di là delle sequenze che compongono il racconto, di per sè lineare, oserei dire cinematografico perchè nel leggerlo il piano semantico è scorrevole e parallelo a ciò che uno immagina mentre le parole scorrono e "vanno a caccia" non solo di significati meta-linguistici, ma di una visione d'insieme dove il senso delle frase, delle frasi, non è un accumulo di "onde" tese a infrangersi sul finale, ma imporre un gioco visivo che consiste nel vedere quello che in apparenza non si vede. La magia dell'immaginale è scoprire d'incanto, insieme agli altri, questa presa diretta sui colori, sulle atmosfere che si vengono a creare, sugli stati emozionali che le deviazioni dei personaggi innescano, quasi a comporre una trama da sciogliere per ricomporre il filo del discorso. Come in tutti i racconti che si rispettano, verso la fine assistiamo a un cambiamento di posizione dei personaggi, quella che in gergo aeronautico si potrebbe definire " una virata",che fa cambiare al lettore la prospettiva di quello che s'immaginava, e invece cambia, e accade, fa accadere qualcosa di diverso, di profondo, e qui siamo in piena letteratura. La lettura immaginale viceversa, cambia la matrice dello sguardo e la sua interpretazione, aggiunge linee di contorno che non t'aspettavi, estingue un percorso e ne crea un altro. Se dovessimo fare un gioco dei colori, il nero del cinghiale è sì un corpo facile da immaginare, soprattutto per l'imminenza della morte, ma è altrettanto una sofferenza permeabile e senza voce, qualcosa che si apre sull'abisso dell'inconoscibile dove il bianco del presente si ribalta nel suo opposto. L'immaginale apre la superficie dei contorni, origina spiragli di luce e di ombre, rotola nel fango e nel sangue, ci fa precipitare nell'agonia dell'animale ma non come pure effetto di un gesto, uno sparo, una lama che si conficca da qualche parte. Il flusso del sangue è un flusso che apre immagini togliendole dal vuoto, dal bianco dell'attesa, da quelle fette di spazio che ognuno occupa secondo i propri desideri o le proprie mancanze, come se la carne fosse una formula per estrarre vibrazioni che danno origini a disegni, schizzi, incisioni. Qualcosa che serve a lasciare un segno. Non nella visibilità del corpo inerme, o del terreno, ma dentro di noi. La morte dell'altro non chiude, apre i nostri occhi sulla possibilità di un rovescio, ri-animare gesti e suoni in contrassegno per riprenderci il bianco, il rosso, il nero, e sfumarli in una geometria di specchi dove la nostra immagine finalmente riacquista un respiro e ci ri-posiziona sul battito, sull'ora di quel sentire di cui avevamo perso le tracce. Deporre le armi, seguire una nuvola, lasciando che la polvere si porti via tutte le variabili del sembiante, per restituirci il fondo delle cose. Un po' come dividere l'economia degli affetti dalla loro riproduzione nel quotidiano. Dragare verso qualcosa che resta fuori tiro, che ci sfugge, e grazie a questa imprevedibilità illumina scene che ci attirano dietro le quinte del palco.Come attori che non hanno bisogno di vedersi, trattenuti da una voce interiore che li guida verso l'approdo, o la deriva, di un altro sguardo.

giovedì 10 febbraio 2011

Prossima riunione Letteratura Immaginale: giovedì 24 febbraio

La data fissata per la prossima riunione è giovedì 24 febbraio alle ore 18.30.

Ci vedremo presso il Circolo Sassetti, in via Sebenico 17, nella sala al piano interrato.

Per chi non ci è mai stato, il Circolo è in zona Isola ed è facilmente raggiungibile con il metro, fermata Garibaldi (linea 2) o Zara (linea 3), ma anche con il tram 7 o 31.

Proseguiremo la lettura immaginale del racconto La caccia al cinghiale di Ernst Jünger e imposteremo la lattura del racconto successivo, che dà il nome al libro, Visita a Godenholm.

Prevediamo che l'incontro duri un paio d'ore. Chi vuole potrà poi fermarsi a cena, al piano superiore dello stesso Circolo Sassetti, che è anche una nota trattoria vegetariana, che recentemente ha introdotto anche qualche piatto di carne nel suo menu.

Fateci sapere, con vostri commenti, se pensate di esserci.

lunedì 7 febbraio 2011

Riunione del gruppo “Immaginale e letteratura” del 21 gennaio 2011 alla libreria “Puertos de Libros” di Milano

Pubblico l'intervento che mi ha inviato Fabio. Buona lettura.
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In questo secondo incontro, il gruppo “Immaginale e letteratura”, nelle persone di Dania, Stefania, Viola, Ermanno, Mario, Paolo e Fabio, ha iniziato la sua esperienza di lettura in chiave immaginale del libro di Ernst Jünger, Visita a Godenholm (1952), Adelphi, Milano, 2008, scelto dal gruppo in occasione dell’incontro precedente.
Prima di inoltrarsi nella lettura integrale (e in condivisione) del racconto lungo che dà il titolo al testo di Jünger, il gruppo ha deciso di “testare” preliminarmente la propria capacità di lettura immaginale, decidendo di cimentarsi con il racconto più breve che apre il libro, intitolato “La caccia al cinghiale”.
Abbiamo quindi deciso di leggere di sèguito l’intero racconto, una pagina a testa, a rotazione.
Dopo la lettura, abbiamo fatto seguire un momento di meditazione delle immagini incontrate nel testo di Jünger, e poi abbiamo proceduto alla restituzione individuale  delle principali immagini che ognuno di noi ha incontrato.
Mario. Atmosfera/emozioni simili a quelle che si incontrano nel film Le nozze (1972), del regista polacco Andrzej Wajda. Il bianco della neve, il rosso sul manto del cinghiale, un rosso di morte. Le immagini della narrazione sono di tipo cinematografico, non esclusivamente psicologico. Il paesaggio ricorda certe atmosfere tipo quelle di Bruegel il Vecchio. Notevole presenza anche di immagini erotiche, collegate alla morte: cibo/eros. Il bianco rimane il colore dell’attesa.

Paolo. L’opposizione cromatica che regge il racconto è quella tra bianco e rosso. Il colore bianco però è più denso del rosso. Il bianco è avvolgente, attutente, in quanche modo protettivo. Stare nella neve protetti, come in un nido. Contrasto con il colore rosso. Il fucile visto in sogno (immagine particolarmente forte), simbolo di virilità. Sogno di impotenza, immagine fortemente sessualizzata. Il cinghiale, immagine di bellezza mostruosa, affascinante, al di là di un sentimento di paura.

Stefania. Il colore bianco, all’inizio e alla fine del racconto. Il rosso è presente, ma non così tanto come il bianco. Il rosso del fuoco. Le immagini del racconto sono fortemente legate ai colori. Il verde del nastro, il rametto di abete intinto nel sangue del cinghiale. Il color argento del fucile. Rosso/verde uniti. Il cappello è verde. Il blu delle interiora del cinghiale morto. Il rosso del cinghiale come un tinozza, bianco ovattato che via via diventa un grigio lattiginoso. Il sogno del ragazzo.

Dania. Immagini sospese tra sogno e realtà. Il sogno è quello della caccia o quello del fucile, che viene sognato come da chi ne è innamorato. Richard e il principiante, la sequenza del cinghiale ucciso. I vapori che escono dal cinghiale morto, dopo che il suo corpo è squartato dai cacciatori.

Ermanno. Due sono le immagini principali: 1) Il setting dell’azione, come se fosse visto dall’alto; la landa, il territorio dell’azione, una specie di piatta thundra. Contrasto con il colore scuro degli alberi. Una parte di boscaglia è costituita da alberi secolari. 2) Il fucile, con le sue canne scintillanti. I ragazzi sono accovacciati in una buca; la brocca per il vino; le viscere del cinghiale, che colorano di rosso la neve tutt’attorno al cadavere dell’animale. Il muso del cinghiale non è brutto o spaventevole. Il cinghiale è sempre in movimento, nel sottobosco. Il capocaccia che poggia il piede sullo sterno del cinghiale. Il coltello. Opposizione tra il dinamismo dell’animale e la staticità degli uomini radunati attorno al suo cadavere, a caccia conclusa. I cacciatori che si passano l’un l’altro la borraccia dell’acquavite. L’arrivo alla taverna, luogo di “perdita di eleganza”.

Fabio. Mi colpisce che, almeno in due occasioni, nel corso della narrazione ritorni la frase “oltre ogni immaginazione”. Le immagini che ho visto sono: rami d’abete, terra scura, giallo-verde dei regoli, resina odorosa, groviglio di rovi/rami, la radura nel bosco, l’aria di neve, il cinghiale a forma di razzo/goccia, marrone-rosso del cinghiale, pigolio degli uccelli nella boscaglia, tappeto di foglie autunnali, la nuvola di fumo dello sparo, le tracce di sangue, il cuore spezzato, la camera da letto immersa nell’oscurità.

Dopo avere condiviso e riflesso assieme sulle immagini che abbiamo visto, abbiamo aperto una breve discussione, da riprendere e approfondire nei nostri incontri successivi, sul significato del concetto di “lettura immaginale”. L’immaginale, come del resto è emerso chiaramente durante il corso di perfezionamento, non è riducibile a un’unica prospettiva, ma a una costellazione di prospettive. La scelta di quale angolatura immaginale sia più adeguata al progetto di lettura comune di un testo, è demandata al differente bisogno di relazionarsi con le immagini in esso presenti. 

By Fabio Botto